Michela Campanella

Mio figlio ha l’ansia: cosa fare per risolverla

Sempre più spesso giungono in studio, genitori preoccupati perchè da qualche tempo il figlio/a presenta dei disturbi legati all’ansia e difficoltà ad andare a scuola, nei casi più gravi, la completa interruzione  della routine scolastica.

Dagli 11 anni circa, possono fare la comparsa dei veri e propri disturbi d’ansia, che nelle forme più leggere possono essere rappresentate dalla paura di non essere all’altezza rispetto agli ostacoli che si presentano a scuola o con il gruppo dei coetanei, nelle forme più patologiche possono trasformarsi in patologie fobiche.

Quando un’ansia sana sfugge al controllo del ragazzo, possono scatenarsi delle forme di panico incontrollabile e generalizzato.

Per i genitori  può diventare un tiro alla fune, cercare di invogliare il figlio a riprendere la scuola, con conseguenti scenate mattutine, arrabbiature, punizioni e sconforto.

Per quanto il disturbo possa essere sofferto e ingestibile, il trattamento con la conseguente ripresa scolastica, può avvenire nell’arco di pochi mesi.

Una cosa importante, da sottolineare, è l’evitare di di utilizzare psicofarmaci, in soggetti così giovani. Se da una parte possono tamponare il sintomo, dall’altra confermano al ragazzo di essere incapace a superare la paura con le proprie capacità e le proprie risorse.

Il rischio è di apporre al figlio un’etichetta di “Incapace” con conseguente profezia che si auto realizza.

Del resto, se io credo di essere incapace e  se ho bisogno di un farmaco perchè da solo non riesco a uscirne, inconsciamente metterò in atto dei comportamenti che confermeranno tale ipotesi,di conseguenza, gli altri continueranno a trattarmi da incapace, in un circolo che si auto rinforza.

La terapia breve strategica è composta da vari aspetti:

 

In questa terapia la collaborazione dei genitori sarà fondamentale e verranno eletti a “co-terapeuti”.

Dovranno mettere in atto le indicazioni dirette e osserveranno senza intervenire il comportamento del figlio. Il principio  è che il “troppo amore”  può essere dannoso, quanto il “non amore”.

In questo il modo i ragazzi affronteranno in prima persone le loro paure e scopriranno che:

“la paura guardata in faccia, si trasforma in coraggio”

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