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Una delle varianti del panico  è la Fobia Sociale. Una ossessione  del rifiuto e del giudizio da parte degli altri che può condurre ad attacchi di panico in concomitanza con l’esposizione  al contatto sociale.

Chi soffre di questo disturbo è completamente certo che le altre persone lo possano giudicare o rifiutare.

Questa certezza del rifiuto, porta la persona che soffre di fobia sociale, ad avere sempre un atteggiamento diffidente e circospetto, creando negli altri, una disposizione di chiusura che alimenta e conferma la sua paura.

Nei casi più gravi la persona limita i propri rapporti sociali a quelle poche persone di cui si fida, perché conosce da tempo, solitamente parenti e qualche amico.

La sua vita relazionale è contrassegnata dalla fuga da situazioni che possono portarlo ad esporsi e ad entrare in contatto con altre persone.

Quando arrivano in studio pazienti che presentano fobia sociale, un aneddoto che si usa spesso, è il seguente:

una persona entra in un locale affollato ed è convinto che tutti lo guardano con fare giudicante. Di conseguenza lui si mette sulla difensiva e si muove in modo rigido e circospetto, per valutare possibili minacce esterne.

Le persone presenti nel locale vedendo una persona che le guarda in modo diffidente, si mettono automaticamente sulle difensive e la reazione conseguente è quella di rispondere a tono.

A quel punto la persona ha conferma che tutti lo rifiutano e ce l’hanno con lui. Come si può ben capire è la persona stessa che costruisce la propria “profezia che si realizza”.

Con persone bloccate da questa paura, legate a una realtà “giudicante” costruita da loro stessi, in terapia breve strategica, viene proposto un piccolo esperimento, per creare nuove realtà.

Viene proposto di andare ogni giorno in un luogo diverso, l’importante è che sia un luogo dove  si entri in contatto con varie persone.

Mentre la persona va, inizia a chiedersi: “Come mi comporterei e cosa farei di diverso, se fossi sicuro di piacere a queste persone? Se fossi sicuro di essere desiderabile?”

A quel punto le verranno alla mente varie cose, ne dovrà scegliere  una e metterla in atto.

Questo esperimento va fatto tutti i giorni per almeno 15 giorni, ogni giorno la persona dovrà segnare su un foglio le sue piccole conquiste giornaliere.

Questa  prescrizione terapeutica, permette di costruire nuove prospettive di realtà ed è la persona stessa a sperimentarle direttamente .

Del resto chi si convince da solo, lo fa prima e meglio!

 

“Fai almeno una volta al giorno una cosa che ti spaventi.”

(Eleanor Roosevelt)